LA STORIA DI ABANO TERME

VII SECOLO A.C.

Tra il Monte Castello e Colle S. Pietro a Montegrotto fiorisce un importante santuario, connesso all‘evento naturale delle polle d’acqua calde e fredde dalle quali scaturivano densi fumi dall’acre odore, fenomeno senza dubbio terrificante per gli uomini d’allora ed ovviamente attribuito ad una presenza/manifestazione divina.

II SECOLO A.C.

Il culto delle acque continuò in epoca romana nel nome del dio Aponus, acquisendo una fama pari ai più rinomati centri termali dell’impero, come Baia presso Napoli.

I-II SECOLO A.C.

L’insediamento delle “acquae patavinae”, così chiamate da Plinio il Vecchio per la loro appartenenza al municipio patavino, si sviluppò come rinomata “stazione di cura e soggiorno”. Le numerose sorgenti vennero sistematicamente sfruttate, con ciascuna fonte collegata ad una o più vasche. Intorno si aggregarono strutture per l’accoglienza e il tempo libero. A Montegrotto, il territorio acquistò un aspetto sempre più residenziale, dove la stessa famiglia imperiale con ogni probabilità aveva diretti interessi economici.

141 A.C.

Il proconsole Lucio Cecilio Metello Calvo stabilì una linea di demarcazione per risolvere un contenzioso in atto tra Atestini e Patavini su problemi di confine. Al versante patavino risultò assegnata una pregiatissima risorsa, le cui potenzialità economiche, oltre che salutifere e curative, erano emerse soprattutto in area campana proprio nel corso del II secolo a.C.: l’acqua termale.

IV SECOLO D.C.

Claudiano in un poemetto dedicato ad Aponus descrive le acque come “pubblica tregua dei mali, aiuto comune dei medici, divinità sempre presente, salute non comperata”.

VI SECOLO D.C.

Fondazione del castello di Monselice. Nel corso dell’alto Medioevo, Monselice appare dotata di un proprio distretto amministrativo (“iudiciaria” o“comitatus”), all’interno del quale dovevano essere comprese anche le sorgenti termali euganee.